Sogno di una notte di mezza estate

Continua il progetto del “Teatro fuori dal Teatro” di Corciano Festival e Farneto Teatro, che attira da tanto tempo gli spettatori umbri a camminare tra le pietre del borgo trasformate dalla magia del teatro, ascoltando storie teatrali che a quelle pietre sono legate.

Dopo il successo delle realizzazioni itineranti di Mistero Buffo e Mandragola dell’estate scorsa, il lungo tragitto di capolavori teatrali adattati agli spazi affascinanti del borgo di Corciano (ricordate il Decameron, l’Arlecchino alla Pieve, la Dodicesima notte?) approda, per l’edizione del cinquantenario del Festival, ad un progetto speciale, unico nel suo genere: una fuga collettiva in un bosco per il Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare.

Personaggi e spettatori, seguendo le vicissitudini degli amanti shakespeariani, fuggiranno durante lo spettacolo in pulmann nel bosco del Palazzo Grande presso Corciano, finendo con essi irretiti nel mondo notturno degli elfi e delle fate, governato dai capricci di Oberon, del folletto Puck e della regina Titania.

Un progetto affascinante di festa teatrale, legata alle credenze popolari del sosltizio d’estate e alle schermaglie d’amore che danno vita ad ogni commedia, nella quale si chiederanno agli spettatori una partecipazione e una complicità se possibile ancora maggiori che in passato.

 

Il tema che dà forza al capolavoro di Shakespeare – uno dei testi più noti e rappresentati del nostro teatro – è quello della scoperta dell’amore in tutte le sue forme, ma anche dei suoi lati oscuri. Nella lotta per affermare le proprie scelte contro quelle dei genitori, i giovani protagonisti Ermia, Lisandro, Elena, Demetrio attraverseranno con gli spettatori un territorio onirico e pericoloso, incontrando nel buio del bosco i pensieri e le sensazioni che nella luminosa Atene sono negati. L’attraversamento di quel territorio dionisiaco – quasi un rito di passaggio all’età adulta – li stordirà, ma li renderà più maturi e consapevoli verso il matrimonio e l’apollinea e razionale vita di Atene.

Analogamente l’attraversamento del territorio notturno costituirà, per il gruppo di artigiani capitanati dal tessitore Bottom incaricati della recita, l’affascinante scoperta del teatro: uno degli omaggi più toccanti all’arte teatrale mai scritti da nessun poeta. Una dichiarazione d’amore per l’arte scenica.

Altrettanto analogamente, il conflitto tra Oberon e Titania, che rappresentano l’elemento maschile e femminile della natura e si conclude con la danza di fertilità, costituirà un’ode alla forza delle stagioni e in definitiva alla vita, che è quasi un messaggio cifrato per una società che ha profonde e antiche radici contadine.

Un addio o forse un atto di fede nascosto per un mondo di credenze magiche popolari legate ai cicli delle culture, alla terra, alle acque, ai boschi e agli animali, che già ai propri tempi, Shakespeare sentiva minacciati dallo sviluppo del mondo moderno. Anche questa è una delle declinazione della misteriosa forza dell’amore che dà linfa al Sogno di una notte di mezza estate: l’amore per le credenze popolari e le antiche saggezze, per il sentirsi un popolo.

 

E’ così che nel capolavoro di Shakespeare matrimonio, teatro, riti e tradizioni popolari si intrecciano in una interrogazione sul senso della vita e di quella forza che manda avanti le cose, che solo in uno di quei sogni che si fanno nella notte di san Giovanni può essere compreso. Gli spazi del borgo di Corciano e delle sue vicinanze offriranno, come e più di sempre, un corrispettivo spaziale che permetterà agli spettatori di attraversare questa storia onirica moltiplicata dal fascino dei luoghi. Un sogno a Corciano.

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