L’Attesa E La Speranza

L’attesa e la speranza- storie di confini

Carcere di Opera (Mi) da ottobre 2017 a maggio 2018

Un laboratorio di narrazione e scrittura teatrale con 17 persone del circuito As1 e 20 studenti di filosofia dell’Università Statale di Milano.

Il 17 ottobre 2017 ha preso il via il laboratorio di narrazione e scrittura teatrale da me condotto insieme al Prof. Stefano Simonetta, sui temi dell’attesa e della speranza, rivolto a 17 persone ristrette appartenenti al circuito AS1 e 20 studenti del dipartimento di Filosofia dell’Università Statale di Milano.

Le lezioni si sono svolte sul palco del teatro, il martedì mattina dalle 10 alle 12, per un totale di 20 incontri, e il laboratorio si è concluso il 22 maggio scorso con una lezione aperta ad operatori, volontari e detenuti,  la cui finalità è stata quella di far conoscere e condividere il lavoro  svolto.

Diversi e variegati sono stati i materiali da me suggeriti e adoperati per stimolare la narrazione orale, a cui in un secondo tempo si è aggiunta la scrittura, sul tempo dell’ attesa e della speranza:  il suo significato esistenziale, le sue modificazioni, le valenze  e le differenze  tra chi è ristretto dentro le mura di un carcere e chi non lo è.

Compagni di viaggio in questo percorso sono stati: Italo Calvino con ‘L’avventura di un miope”, Antonia Pozzi ed Emily Dickinson  con le loro lettere, poesie e diari, Milena Jesenka con i suoi articoli raccolti in “Tutto e vita”, William Shakespeare con Riccardo II e Amleto, Thomas Eliot, con i Quattro Quartetti, Franz Kafka con Di Fronte alla legge, Omero e il viaggio di Ulisse nella terra dei Cimmeri. Il mito classico si è poi avvalso, per la sua trattazione,  della storia di Antigone, raccontata in una lezione spettacolo da me e dalla Prof.ssa Silvia Romani, docente di Mito antico della Facoltà di Lettere Classiche dell’Università Statale, e  della rivisitazione in chiave moderna della storia degli Orazi e Curiazi di Heiner Muller, recitata e raccontata da me e dal regista Maurizio Schmidt, docente di recitazione della Scuola Paolo Grassi.

Ogni incontro si è concluso con l’assegnazione di un compito, scritto o orale, in vista dell’incontro successivo: riflessioni, considerazioni, pensieri, sui contenuti dei materiali di volta in volta trattati e sulle diverse forme stilistiche degli stessi.

Il primo modulo del laboratorio si è chiuso il 19 dicembre 2017 e ha prodotto un Diario di bordo, redatto dagli studenti, che racconta le tappe di questo nostro viaggio.

Il 27 febbraio 2018 ha preso il via il secondo modulo del laboratorio, con le stesse 17 persone ristrette e 16 studenti di filosofia dell’Università Statale, alcuni già facenti parte del primo gruppo e altri invece, nuovi.

Al tema dell’attesa e della speranza si è aggiunto il tema della responsabilità.

Per i successivi sei incontri, gli studenti, hanno declinato in termini filosofici il suddetto tema tenendo a tutto il gruppo lezioni di 20 minuti, mezz’ora, ciascuna.

Le considerazioni filosofiche di H. Arendt, H. Jonas, E. Levinas, Socrate, Platone, G. Colombo, G. Thoreau hanno così arricchito il nostro linguaggio e dato nuova linfa a riflessioni e scritti, scaturiti dal lavoro in gruppi più piccoli di studenti e detenuti, coordinati da noi docenti.

Negli ultimi 4 incontri, si è lavorato sulla scelta , definizione e correzione dei testi scritti,  in vista anche della lezione aperta del 22 maggio.

Ginevra Bompiani in un suo saggio a proposito dell’attesa scrive che :“Chi attende è sempre in viaggio nel tempo, viaggia da un minuto all’altro”. Ed Eugenio Borgna, che mi ha insegnato le parole che hanno dato il titolo a questo laboratorio dice che: “Attendere è aspettare e aspettare è guardare: guardare l’altro e attendere di essere guardati.”

Credo che queste parole segnino i confini entro i quali si è svolto in questi 7 mesi  il lavoro sul palco del teatro della casa di reclusione di Opera.

Un viaggio nel tempo di ciascuno di noi, alla ricerca di un tempo di consapevolezza di sé e dell’altro, sondando storie, cercando e scoprendo le parole per raccontarle. Storie di libertà in catene, di errori, di responsabilità, ma anche di profonda umanità, di incontro, di possibilità.

 

Il laboratorio riprenderà nel secondo semestre dell’anno accademico 2018/2019 a partire da marzo.

 




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